Pieke Bergmans, Francesco Binfare', Pietro Consagra, Alessandro Ciffo, Alessandro Mendini, Roberto Mora, Gianni Osgnach, Daniele Papuli, Andrea Salvetti e Matteo Thun
Dilmos. E’ punto di riferimento per la cultura del design a Milano e nel mondo. Nata nel 1980 come showroom d’arredamento, offre una collezione di oggetti emblematici del design moderno e della contemporaneità. Dal 1985, in coincidenza con la mostra dedicata ad Alessandro Mendini, focalizza l’interesse all’oggetto come tramite poetico , veicolo di comunicazione e interazione fra autore e interlocutore.
Diventa così luogo di pensiero, riflessione e proposizione di paradigmi sull’abitare , sul fare , sul rapporto forma / funzione, arte / design.
La mostra. In questo percorso si colloca l’evento 9 + uno, in occasione del Fuorisalone 2015.
Si presentano dieci oggetti di dieci Autori: Pieke Bergmans, Francesco Binfare', Pietro Consagra, Alessandro Ciffo, Alessandro Mendini, Roberto Mora, Gianni Osgnach, Daniele Papuli, Andrea Salvetti e Matteo Thun.
9 sono i Designers che già fanno parte della storia di Dilmos, uno è Pietro Consagra, scultore fra i più importanti del Novecento (1920-2005) . Il “Mobile frontale” disegnato ad uso privato nel 1956 è una coedizione limitata dell' Archivio Pietro Consagra e Dilmos . L’originale è presente alla Triennale nell’ambito della mostra Arts&Foods (dal 9 aprile all’ 1 novembre 2015).
Qui di seguito informazioni tecniche e piccole narrazioni relative ad ogni oggetto. Abbiamo sollecitato gli autori a contestualizzare la loro opera in termini di ispirazione e sperimentazione.Non abbiamo voluto di proposito uniformare le risposte che sono più o meno narrative.
PIEKE BERGMANS
"Illusion I" Tavolo
mdf impiallacciato frassino
stampa hi tech a pieno colore
cm 210x90x78h
2013
”Scegliendo una direzione totalmente nuova per il mio lavoro ho creato un tavolo che ha un pattern caratterizzato da motivi legati al movimento. Compiendo un viaggio attraverso linee e forme, ho intrapreso un' esplorazione che e' culminata nello sviluppo di disegni delicati che spingono l’osservatore a guardarli sempre piu' da vicino fino a che lo sguardo sembra perdersi. Sono superfici stampate a disegni tridimensionali che danno il senso della profondità e che spingono ad una visione “altra”. E' stata sviluppata una speciale tecnica di stampa high-tech che permette di avvolgere gli oggetti con delle immagini. Quando li si osserva da vicino si nota che tutte le linee coincidono perfettamente da tutti i lati.”
FRANCESCO BINFARE'
"Africa Farfalla"
Tavolo pieghevole
Materiali: massello di Mogano Sapeli; pannelli tamburati e placcati con Piuma di Mogano e tranciato di Palissandro Rio; finitura ad olii naturali impregnanti che proteggono ed esaltano la naturale venatura del legno. Cerniere e dettaglio di chiusura in ottone.
cm 270x308x76,5h
2014
”Nessuna intenzione messianica o ideologica ha mai sfiorato il mio lavoro. Solo dipingere quello che già si vede tra le righe, Solo cercare di cogliere nell’uso comune quella piccola luce del desiderio di qualcosa d’altro. E cercare di dare una forma positiva. E riuscire a realizzare un corpo come una rivelazione. E poi anche l’armonia, anche la forza, la bellezza. Un'ossessione, quell'essenza, quel mogano. Una grande intensità. Il potere straordinario di evocare la terra generosa e sensuale che lo genera. Questo mogano mi ha affascinato per la luce che vibra sopra la sua superficie profonda, per la sensazione di piacere quando la mano lo accarezza. Perché è forte come un leone. Il tavolo è un territorio elevato.
Fin dall’origine il territorio sacro è elevato, piano e compatto. Per i ritualisti vedici doveva avere forma di uccello perché potesse volare. Sul tavolo avvengono le metamorfosi primarie della vita umana. Sul tavolo si consuma il cibo, si lavora. Attorno ad un tavolo ci si incontra per discutere. Con Africa Farfalla intendo evocare gli aspetti primari e sacri della vita. A me interessa il rituale, il dedicare lavoro alla rappresentazione, alla bellezza, alla sensualità del gesto. In un mobile, la funzionalità è estremamente complessa. Un mobile è un simulacro, un tramite tra la necessità e il significato. Ho sentito il bisogno di fare qualcosa di fisicamente importante per il contatto con il corpo e con la sacralità della vita. Africa Farfalla è un tavolo che può essere realizzato in base al modello originale solo su ordinazione e non può tecnicamente far parte di uno stock seriale, anche minimo. Nel 2014, Africa Farfalla è stato acquisito da FNAC (Fonds National d’Art Contemporain, Parigi) per la sezione Scultura.”
PIETRO CONSAGRA (1920-2005)
"Mobile Frontale" Scultura - Contenitore
legno dipinto
cm 200x168x38
1956/ 2015
" Mobile perché si tratta di un contenitore di legno a più ante dipinto, con mensole, sportelli e un cilindro rotante, assolutamente funzionale. Frontale perché anche in questa scultura-contenitore la frontalità è alla base del pensiero e dell'opera di Consagra. L’Archivio Pietro Consagra ha deciso la coedizione a tiratura limitata con Dilmos perché tutti quelli che lo vedevano dicevano: è fantastico perché non lo riproducete? E' stato progettato da Consagra nel 1956 e realizzato nello studio romano sulla via Cassia, con gli assistenti, per il capanno sulla spiaggia di Tor San Lorenzo, utilizzato con la prima moglie, americana, e i quattro figli. Il capanno,che ospitava tanti artisti amici, era soprannominato il fortino, ed era vicino ad un altro capanno più grande di Luchino Visconti.
Consagra aveva forza di carattere e coraggio intellettuale ma i rapporti umani hanno sempre avuto grande importanza nella sua vita. In lui coesistevano l'esigenza di isolamento e concentrazione nel lavoro ed il bisogno di partecipare alle tensioni dell'ambiente artistico ma, la sera, era felice di stare in compagnia e condividere conversazione, tempo e cibo. Aveva idee molto chiare su tutto, così nasce questo contenitore composto di tre volumi, alti come una persona, appoggiati su una base comune,una panca. Non è la sola esperienza di progettazione di arredo per Consagra: agli anni Cinquanta risalgono anche una serie di tavolini e negli anni Settanta ha realizzato i modelli di una libreria, di un tavolo e di un contenitore che realizzerà negli anni 90 per la casa e lo studio. I mobili, come le sculture, sono forme astratte ma non geometriche, sembrano quasi animate da una gestualità emotiva. La frontalità, impressa nella scultura fin dal 1948, era per lui un modo di essere nel mondo. L'ubicazione è un elemento costitutivo della sua scultura: essa è frontale perché si espone, è sottile, non nasconde nulla, si apre all'altro, è colloquiale, diretta. Nel caso del mobile i tre elementi dialogano fra loro e con chi li osserva e utilizza. La forma vive nello spazio e dello spazio, quello anteriore, quello ulteriore, quello che sta nell'aria fra i volumi, dentro ai vuoti."
Testimonianza di Gabriella Di Milia Consagra raccolta da Clara Mantica
ALESSANDRO CIFFO
Mobile Quadro "Silicone Painting
Intervento pittorico su anta tridimensionale cm 100 x 170
Tecnica a spatola
Silicone acetico pigmentato
2015
” Finalmente il mobile quadro, mi viene da dire, dopo tanti anni di collaborazione con Dilmos. L'atto pittorico è fondamentale nell'ambito della mia ricerca e permette la riscoperta di quel “valore espressivo” della decorazione che diventa matrice ideale. Il mobile quadro è il risultato della mia interpretazione del Design Pittorico; procedo, come sempre, a modo mio con l'aiuto di sua maestà Il Silicone, perchè - come mi suggerisce Guido Curto - la mia è Silicone Painting dove il mezzo diventa tutt'uno con il messaggio come piaceva tanto a Marshall Mc Luhan”
ALESSANDRO MENDINI
"Magico 3" Credenza
edizione 3 esemplari
cm 215x110x57
2010
Alessandro Mendini (Milano 1931) architetto, designer artista e teorico, sin dalla metà degli anni Settanta sviluppa una ricerca che lo porta a rileggere le gerarchie tradizionali dell'arte sconfinando nei diversi ambiti storico-artistici. La sua azione di ready made nell'arte è trasversale e sviluppa un processo di parcellizzazione dell'opera, intesa non più come un unicum, ma come la sommatoria di infiniti frammenti e diverse provenienze. Questi mobili/sculture disegnata da Mendini in esclusiva per la galleria Paolo Curti /Annamaria Gambuzzi consistono in un tavolo, una credenza, un buffet ed un controbuffet, intitolati MAGICI. Sono un omaggio al Futurismo e in particolare alla figura di Fortunato Depero. Mendini utilizza la pittura come mezzo concettuale dando forma e decoro agli oggetti e riattualizzando quell'idea del movimento futurista che prevedeva l'innovazione delle arti applicate attraverso il coinvolgimento della pittura e della scultura in ogni ambito del vivere umano.
In un rimando di stili, la peculiarità dei mobili MAGICI, prende vita dal dinamismo delle forme astratto-geometriche e dai colori dalle tinte vivaci. Un connubio che crea una texture in cui protagoniste sono la rumorosità cromatica e il gusto dell'eccesso. L'artista pone massimo rigore allo studio delle forme ed estrema attenzione alle proporzioni, creando opere in cui si fondono eleganza ed equilibrio. In un percorso di ricerca continua, attraversando la pittura progettata e il design pittorico, Alessandro Mendini ci propone una nuova chiave di lettura che accentua il plusvalore frivolo ed eclettico dell'arte, in un'estensione mentale che da' vita a quello che lui stesso definisce re design, ovvero opera d'arte fruibile.
ROBERTO MORA
"Amphora"
Acciaio (risulte di stampaggio)
resina epox-bicomponente trasparente, pigmenti
diam cm 87x210h
2015
E’ un omaggio all'archetipo. Nella forma trasparente e simbolica voglio ritrovare le funzioni del contenere e conservare, questa volta applicati ad uso più effimero, quasi onirico. L'anfora diventa allora una calza, un rifugio per trattenere altre cose…è un oggetto inatteso che celebra la bellezza di un forma arcaica…vestito d'acciao.”
GIANNI OSGNACH
"Gli Occhi Tavolo"
Struttura portante in rovere con anima in ferro.
Piano in vetro
Assemblaggio di tessuti annegati in resina epossidica bicomponente trasparente.
diam 130x73h
2015
” E’ una struttura in legno massello chiaro consistente in una crociera con all’estremità le quattro gambe inclinate, nella parte inferiore, verso l’interno. Il piano in vetro si posa direttamente su quattro rialzi situati all’estremità della crociera. Nello spazio risultante tra il piano vetro e la crociera si colloca una lastra costituita da un assemblaggio di tele annegate in resina. Le gambe si aprono verso l’alto, la crociera orizzontale che converge verso il centro. La circolarità del piano in vetro ed al centro la colorata composizione di tessuti filtrata dalla lastra vetrosa. E’ una coppa che dà da bere agli occhi. Tutto converge sulla composizione di tessuti. Sedersi al tavolo e bere con gli occhi.”
DANIELE PAPULI
"Erto"
Collezione Cartodendrometrìa
Ingombro forma cilindrica mt. 220/240(H)/70-90(Ø)
Desco mt. 0,70(H)/130/160
2015
“Erto accoglie e predispone. E’ una postazione quotidiana di uso domestico che rimanda ad un mondo fantasmagorico. Il ricordo delle cose nascoste, segrete, importanti, riposte nella cavità di un albero prescelto come compagno di gioco, spesso, di un ulivo, per chi arriva da una terra che ne possiede in abbondanza, come la mia, il Salento. Il desco, a portata di mano, incastrato come una lastra megalitica di materia cartacea, è un unico pezzo ricurvato su se stesso, invita a fermarsi, a soggiornare intorno. Ospiti, il proprio microcosmo, le cose ritrovate, le persone adunate a custodire, a colloquiare, a stare, ricordandoci che “ …le cose stesse sono i luoghi e non solo appartengono al luogo” come ci racconta Heidegger nel suo “L’arte e lo spazio”. E’ un gruppo scultoreo con due forme innestate, riposizionabili; due volumi ottenuti dalla strutturazione di migliaia di strisce di carta selezionata, ricavate da un taglio meccanico, disposte, modellate ed intarsiate a mano. Entrambi sono ottenuti senza giunzioni di forme o pezzi ma due macro strutture realizzate accostando le strisce, una alla volta, una dopo l’altra, slittate e numerose per garantire forza e compattezza ai volumi.”
ANDREA SALVETTI
"Cattedrale Morale"Cabinet
Fusione di alluminio, mensole interne in cristallo
edizione di 6 esemplari numerati + 3 Aps
cm 180x60x150h circa
2015
"Seguendo il gioco consueto dei tronchi sovrapposti semplicemente, accostati o solo appuntiti ho immaginato una costruzione elementare d' oggi. Una architettura severa e rigorosa che esprime per me l' idea di natura monumentale. Un' opera solenne e austera ma capiente, servile, efficace, disponibile e generosa. Un gesto saggio e cosciente per condurre una riflessione sul pianeta. Una cattedrale quindi."
MATTEO THUN
"Venere Bianca" Vasi
in collaborazione con Benedetto Fasciana
Terracotta bianca con impressione di garze, pettinatura
varie altezze tra 24 e 87 cm / catalogo Matteo Thun Atelier
2015
Venere Bianca è un'edizione limitata di nove vasi in terracotta prodotta da Bitossi. Ispirati ai contenitori medievali per medicinali, i vasi sono anche un omaggio alla donna ideale di Montelupo Fiorentino. La finitura è frutto dell'impressione di garze e di impronte da pettinatura
"AC" Totems
in collaborazione con Benedetto Fasciana
Biscotto bianco con trattamento a cera
varie altezze tra 93 e 151 cm / catalogo Matteo Thun Atelier
2015
Vasi Bianchi sovrapposti compongono la serie di pezzi unici denominata AC, contraddistinta da un numero consecutivo di serie. Realizzata da Alessio Sarri, la collezione di sculture a totem si basa sulla combinazione di forme archetipiche di contenitori e anfore. La semplicità formale è enfatizzata dalla superficie bianca trattata a cera.
TESTO A CURA DI CLARA MANTICA