Dilmos presenta
1:22
una collezione di arredi architettonici firmati da Monica Taverniti
a cura di Federica Sala
In occasione della prossima edizione, la sessantesima, del Salone Internazionale del Mobile,
Dilmos presenta una nuova collezione di arredi, dalla forte matrice architettonica, con i quali
rinnova il segno distintivo che ha caratterizzato tutte le sue produzioni assestandosi così,
nuovamente, in quel filone di ricerca che da sempre la contraddistingue.
La collaborazione con l’architetto torinese Monica Taverniti apre un nuovo capitolo di dialogo
tra la galleria, diretta oggi da Beatrice Pellegatta con la condivisione artistica di Lella
Valtorta, ed il tema della produzione tra serialità ed unicità.
La collezione 1:22 è ispirata alla composizione dei volumi e degli spazi tipica dei progetti
architettonici. Come dice infatti Monica “Per me la distanza fra il progetto di un edificio e
quello di un oggetto di uso, di design, è accorciata dalla propensione a pensare ogni cosa
come un luogo abitato. I mobili sono, infatti, luoghi abitati dalla vita, frequentati dall’uso. La
differenza è una questione di scala di realizzazione”.
Proprio da questa “scala” prende il nome la collezione che rimanda direttamente al mondo
della rappresentazione Architettonica e di Design. I professionisti sanno che la scala 1:20
permette già un buon dettaglio ed aver scelto una scala non usuale come 1a22 rappresenta
la deviazione voluta da Monica Taverniti, il suo guardare da altrove, o meglio come lei stessa
dice “Stare NEL disegno per guardare il mondo.”
La collezione, composta da sette pezzi (tre panche, una consolle, una madia, un tavolo ed
una credenza) trae ispirazione dalle “Maquettes”, oggetti scultorei che l’architetto Taverniti
aveva iniziato a sviluppare autonomamente e che Dilmos presenta in galleria già dal settembre
scorso; essi costituiscono infatti l’embrione della sua ricerca sull’ uso della linea e del
colore e sul significato della composizione nell’architettura e nel design.
I pezzi della collezione 1:22 mettono insieme la serialità garantita dall’eccellenza produttiva
degli storici collaboratori della galleria, cui si sovrappone la personalizzazione manuale di
Monica, sorta di pittura tridimensionale che veste ogni mobile rendendolo unico e nello
stesso tempo riproducibile in infinite combinazioni cromatiche.